Progetto Ocse «Sbloccare il potenziale delle città intermedie per lo sviluppo regionale»

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Oggi l’incontro della delegazione con istituzioni e stakeholder.

Data pubblicazione:

01 Luglio 2025

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Con la relazione del sindaco di Brindisi, dott. Giuseppe Marchionna, ha avuto inizio quest’oggi la fitta agenda della due giorni brindisina della delegazione dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) che, in collaborazione con la Commissione Europea – DG Regional and Urban Policy, ha scelto Brindisi quale unica città italiana per il progetto di studio «Sbloccare il potenziale delle città intermedie per lo sviluppo regionale».

«Brindisi caso da studiare perché ci si trova di fronte ad altri modelli urbani che descrivono da un lato l’invivibilità dei grandi centri e dall’altro il progressivo depauperamento dei borghi», ha osservato il sindaco di Brindisi, dott. Giuseppe Marchionna, presentando l’iniziativa ai media prima che la sessione antimeridiana avesse inizio. «L’Unione europea pensa di individuare nelle città intermedie l’elemento cardine per organizzare una diversa dislocazione delle forze produttive, della mobilità e della cultura e di tutto quello che fa parte del divenire della nostra società. Brindisi dunque è realtà campione – ha ripreso il sindaco – e faremo presenti tutti i programmi con relative prospettive di sviluppo. Le città intermedie sono il futuro, non solo di questo Paese, ma dell’Europa – ha concluso Marchionna – e sappiamo che obiettivo finale, non immediatissimo, è una sorta di “Agenda dei Comuni” che anche in Italia si sta portando avanti con Anci e che considera adeguatamente il livello europeo».

«Scopo del nostro progetto è analizzare più nel dettaglio una realtà urbana che è quella che potremmo definire “di mezzo” fra le metropoli e le realtà rurali – ha spiegato ai cronisti David Burgalassi, economista Ocse -: un arcipelago di piccole e medie dimensioni che è relativamente sconosciuto quanto ad analisi economica, ma che è interessante perché riguarda un terzo di popolazione urbana europea. Il cuore del nostro progetto – ha aggiunto - è fornire un’analisi economica di quelli che sono i problemi, ma anche i punti di forza, delle città intermedie e dall’altro andare a testare le nostre analisi sul campo. Per questo abbiamo lanciato sei casi di studio in Europa, e uno di questi è il caso della città di Brindisi. Caso molto interessante per noi – ha spiegato Burgalassi -, perché è l’unica città mediterranea, nel nostro campione. Ed è molto interessante perché sottoposta alle sfide di oggi: globalizzazione, cambiamento climatico e demografico, e anche dotata di molte potenzialità: lo abbiamo visto nelle nostre analisi desk. Ad esempio: capacità di programma il futuro, di identificare alcuni asset di sviluppo, turismo e cultura e siamo venuti qua per toccare gli elementi di forza e di debolezza e quelle che sono le direzioni, che una città può prendere perché questo caso di studio possa indirizzare degli elementi informativi per le altre realtà europee».

Non poteva mancare il commento di Mme Dominique Consille, dell’Agenzia nazionale francese per la promozione dei territori, la quale, spiegando agli operatori della comunicazione l’impegno del suo organismo nella riqualificazione dei territori ha ribadito come scopo del progetto Ocse sia quello di interrogarsi e rispondere su «come si possa aiutare, dare una spinta all’economia di una città e di un territorio».

Quindi tutti intorno a un tavolo, quello appositamente allestito nella sala “Gino Strada” di Palazzo Granafei-Nervegna per confrontarsi sui singoli aspetti richiesti dall’Ocse e illustrati da funzionari e stakeholder. Ci si è soffermati sulle visioni e strategie di lungo termine per la città e il suo territorio nel settore della cultura e della logistica, del turismo e del sociale, dell’urbanistica e dello sport, dell’energia e dell’housing e dell’internazionalizzazione. Tendenze chiave e funzioni urbane sono state l’altro argomento su cui ci si è soffermati guardando alla città di Brindisi e le relazioni urbano-rurali. E dal confronto sui dati al raffronto “visivo” su ciò che entrato nelle notazioni dei delegati. Nel tardo pomeriggio la delegazione ha visitato la città e domani mattina sono previste le visite sul campo con un rientro per condividere le riflessioni finali.

Al termine di questo iter, sarà prodotto un «Policy Paper Ocse». In circa 30 pagine, il futuro documento che esprime una posizione o una proposta su un argomento di politica pubblica, analizzerà le politiche urbane attuate e fornirà raccomandazioni strategiche per lo sviluppo locale della città. L’obiettivo finale è fornire raccomandazioni politiche e identificare strategie, strumenti e condizioni abilitanti utili a liberare il potenziale delle città intermedie nel contesto dell’UE, favorendo il loro sviluppo sostenibile. E questo passo conclusivo del progetto avverrà nei prossimi mesi, con ogni probabilità nel febbraio del 2026.

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Ultimo aggiornamento: 01/07/2025, 19:03

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